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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,23
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originale
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[23] Hoc si placet, iam efficies, ut mundus optime librum legere videatur; Zenonis enim vestigiis hoc modo rationem poteris concludere: 'Quod litteratum est, id est melius, quam quod non est litteratum; nihil autem mundo melius; litteratus igitur est mundus' --isto modo etiam disertus et quidem mathematicus, musicus, omni denique doctrina eruditus, postremo philosophus erit mundus. Saepe dixisti nihil fieri sine deo nec ullam vim esse naturae, ut sui dissimilia posset effingere: concedam non modo animantem et sapientem esse mundum, sed fidicinem etiam et tubicinem, quoniam earum quoque artium homines ex eo procreantur? Nihil igitur adfert pater iste Stoicorum, quare mundum ratione uti putemus, nec cur animantem quidem esse. Non est igitur mundus deus; et tamen nihil est eo melius: nihil est enim eo pulchrius, nihil salutarius nobis, nihil ornatius aspectu motuque constantius. Quod si mundus universus non est deus, ne stellae quidem, quas tu innumerabilis in deorum numero reponebas. Quarum te cursus aequabiles aeternique delectabant, nec mehercule iniuria, sunt enim admirabili incredibilique constantia.
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traduzione
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23. Se per? accetti questo finirai anche con l'ammettere che il mondo sia perfettamente in grado di leggere un
libro. Sulle orme di Zenone cos? potrai argomentare: ? chi sa leggere ? superiore all'analfabeta. Ma nulla ? superiore al
mondo. Dunque il mondo sa leggere ?. Avanti di questo passo si dimostrer? che il mondo ? esperto oratore, che conosce
la matematica e la musica, che ? istruito in ogni scienza, che ?, insomma, un vero filosofo.
Spesso hai affermato che nulla pu? avvenire senza l'intervento divino e che non rientra nella facolt? della natura
quella di generare esseri da lei dissimili: dovremmo allora ammettere che il mondo oltre ad essere fornito di vita e di
saggezza sia anche un esperto suonatore di flauto e di cetra dato che ? il mondo a generare gli uomini capaci di suonare
questi strumenti? La verit? ? che questo padre degli Stoici non riesce ad addurre alcun argomento che provi la
razionalit? e la vitalit? del mondo. Il mondo non ? dunque un dio, pur non essendovi nulla che gli sia superiore: non c'?
nulla infatti di pi? bello dei mondo, nulla di pi? adatto alla nostra conservazione, nulla di pi? piacevole a vedersi e di
pi? ordinato nei suoi movimenti.
E se il mondo non ha natura divina non l'avranno neppure le stelle che tu enumeravi in gran numero fra gli d?i.
Non a torto, lo riconosco, tu ne apprezzavi i movimenti perennemente uniformi data la loro straordinaria ed incredibile
regolarit
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